Aspetti Psicologici e Relazionali delle Infezioni Sessualmente Trasmissibili: HPV

Il testo che segue è stato redatto a esclusivo scopo divulgativo e orientativo. Si sottolinea l'importanza per le donne (ma anche per gli uomini, riferendosi all'andrologo, dermatologo, venerologo, ecc,)  a rivolgersi ai ginecologi per fare gli accertamenti di screening presso i Centri Medici più specializzati.

 

Solo un atteggiamento mentale consapevole e la messa in atto di comportamenti responsabili possono contribuire a prevenire, e in talune situazioni, a verificare la presenza di infezioni sessualmente trasmissibili (IST), come per esempio l'HPV.

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 Papilloma Virus Umano = HPV = Human Papilloma Virus

 

L’HPV ( sembra essere l’infezione più comune e presente nella popolazione europea.

 

L’impatto psicologico, sessuale e sociale nelle donne di questa realtà spesso è da molti sottovalutato. Ci sono dei fattori predisponenti che condizionano il vissuto delle signore che contraggono HPV in un certo momento della propria esistenza come per esempio: stato e storia delle relazioni femminili pregresse alla diagnosi, norme sociali, culturali e religiose sul sesso e le relazioni, capacità di comprensione dell’HPV e della CIN (neoplasia cervicale intraepiteliale come espressione dell’HPV). 

 

 

Il fatto che l’HPV sia una infezione estremamente comune, che può regredire senza alcun trattamento, che spesso è latente cioè è asintomatica e quando ci sono verruche genitali ed herpes non necessariamente sono espressioni di HPV, che l’utilizzo del profilattico non garantisca di evitare sicuramente il contagio, il partner maschile può non presentare alcun segno di contagio e quindi non prendere la decisione di farsi un controllo anche lui, ecc. Non aiuterebbero la donna a tranquillizzarsi ma gestire una moltitudine di stimoli stressanti.   

 

A livello strettamente individuale, come avviene per altre problematiche relative alla salute in generale, gli effetti possono cambiare notevolmente a seconda della storia passata di ciascun individuo coinvolto, la presenza di altre malattie, lo stato di salute generale, la presenza di disturbi mentali specifici (per esempio:  i disturbi d’ansia e dell’umore: depressione), il retaggio culturale e il livello di conoscenza specifica della condizione medica HPV, il momento evolutivo della persona coinvolta lungo il ciclo della vita nel quale viene affrontata la verifica di laboratorio per fare diagnosi, ecc. 

 

Per questa complessità di variabili, non possiamo generalizzare, comunque l’esperienza clinica realizzata in stretta collaborazione fra psicologi sessuologi clinici, psicoterapeuti, ginecologi, dermatologi, venerologi, ecc., ha potuto mettere in evidenza delle correlazioni che possiamo dividere in “generiche” e “specifiche”. 

 

Reazioni emotive, psicologiche generiche nel ricevere una diagnosi di HPV: shock, angoscia, preoccupazione, paura per il cancro, tendenza a cercare rassicurazioni facendo altri test.

 

Reazioni di preoccupazione legata alla modalità di contrazione sessuale dell’HPV: senso di colpa (autodiretta) per la causa (sessuale) dell’infezione ansia per la divulgazione a partner sessuali, ansia per la divulgazione a familiari ed amici, preoccupazioni per la trasmissione dell’infezione, percezione di stigma sociale per aver contratto l’infezione.

Durante la consulenza sessuologica, le donne solitamente e in un primo momenti, comunicano la sensazione di essere incredule e sotto shock nell’aver ricevuto una diagnosi di infezione di cui avevano poca consapevolezza e comprensione, in almeno in precedenza. Queste reazioni di disagio emotivo  possono combinarsi con le ansie per il rischio di cancro, preoccupazioni per ulteriori indagini / trattamenti per la neoplasia cervicale intraepiteliale (CIN) e preoccupazioni per la (in-)fertilità; preoccupazioni che potrebbero manifestarsi e accompagnare comunemente anche un risultato di secrezioni vaginali anormali, in assenza di test HPV. 

 

L'entità dell'ansia riferita da alcune donne può includere pensieri intrusivi e disturbanti e risposte somatiche alla diagnosi durante il periodo in cui avevano ricevuto i risultati dei test.

Gran parte delle preoccupazioni emerse in merito al test positivo per HPV riguardavano la natura dell'infezione a trasmissione sessuale. 

Reazioni di vergogna, nelle donne che non di rado si sento “sporche” perché la modalità sessuale di contrazione dell’infezione, suggerirebbe connotazioni di promiscuità da sempre associate l'HPV e alle verruche genitali ad esse connesse. 

 

Lo stigma associato all'HPV può influire anche sui sentimenti delle donne riguardo al sesso e alle loro relazioni sessuali fino a farle sentire sessualmente poco attraenti. 

Fortunatamente non tutte le donne reagiscono così alla diagnosi di HPV: ci sono donne chiaramente consapevoli ed informate della via di trasmissione, ma che non attribuivano si attribuivano alcuno stigma o sentimenti personali di imbarazzo o vergogna. 

Alcune donne possono sentirsi arrabbiate per il fatto che un precedente partner le avrebbe infettate con un virus grave e cancerogeno, per la loro percezione. Altre possono “giustificare” i sentimenti di colpa per aver acquisito l'infezione, perché realmente promiscue. Molte donne possono sentirsi tradite e deluse da un partner che credevano fedele, a cui avevano riposto fiducia.

 

Nelle donne che hanno vissuto relazioni in cui vi erano state recenti discordie, infedeltà o si era  dissolto infelicemente il legame di coppia, possono verificarsi più marcatamente reazioni di colpa per aver contratto l'infezione, risultato del test HPV associato al tema della "fedeltà" e "fiducia" fra partner.  

 

Per le donne che entrano in nuove relazioni, i test positivi portano a preoccupazioni per la trasmissione dell'infezione al loro nuovo partner e ansie per la divulgazione dell'infezione a qualcuno che hanno incontrato di recente. Al contrario, nelle relazioni più consolidate la causa dell'HPV può essere semplicemente attribuita a un partner precedente e vissuta potenzialmente con meno disagio emotivo dalla donna.

Le donne descrivono l'ansia di rivelare il risultato del test positivo per l'HPV al proprio partner o famiglia e amici. Per alcuni, lo stress della divulgazione può essere l'aspetto più difficile della gestione dell'infezione da HPV.

 

Comunicazione al partner della presenza dell’infezione  

Le donne con HPV spesso si sentono molto ansiose nella prospettiva di informare il proprio partner, piangono, si sentono in colpa e preoccupate per aver infettato il loro partner con il virus. Oscillano fra vissuti di vergogna me l’ipotesi che siano state infettate a loro volta attraverso un rapporto sessuale con un altro partner, alla paura di essere respinte sessualmente e per questo motivo, il partner si rivolga altrove. 

Per gestire l'ansia certe donne scelgono di non dire al proprio partner la propria infezione da HPV, concentrandosi invece sul loro risultato citologico anormale che non portava connotazioni dirette della trasmissione sessuale. In altri casi le donne dicono di essere deliberatamente vaghe su come l'HPV è stato trasmesso. 

 

Comunicazione ad amici e famigliari 

La comunicazione ai famigliari e agli amici dell’aver contratto HPV può essere di “supporto emotivo informale” solo quando, le persone coinvolte hanno una capacità di comprensione dell’infezione sufficiente articolata e realistica anche sul piano culturale e conoscitivo. E quando i sistemi valoriali sociali e religiosi di riferimento non sono troppo rigidi. Altrimenti, comunicare loro una simile realtà può rivelarsi un boomerang che retroagisca come cassa di risonanza negativa, colpevolizzante e stigmatizzate i comportamenti della donna.

Sarebbe opportuno che le donne possano giovare anche di una consulenza psicologia sessuologica durante ed eventualmente anche in seguito ai programmi di screening citologici convenzionali per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili (che potrebbero evolversi in malattie) e le reazioni emotive, relazionali e sociali ad esse correlate. Darebbe l’opportunità alle donne di essere informate adeguatamente in modo tale da garantire loro la comprensione dei fatti, limitando al contempo la loro ansia e il senso di stigmatizzazione intorno all'infezione. Questo avrebbe un impatto anche sulla promozione della salute sessuale e relazionale della comunità. La consulenza sessuologica può anche ampliarsi ad altri aspetti come la fruizione del piacere, la comunicazione dei sentimenti e delle emozioni al partner e nella prospettiva di migliorare la qualità di vita della coppia. 


Dr. Andrea Ronconi Sessuologo Clinico e Psicoterapeuta  

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